La comparsa agli inizi degli anni ’30 all’interno della produzione artistica di Sassu del mito, che troverà un’elaborazione parallela ai temi della realtà già sperimentati nel momento di adesione al gruppo futurista, è indice di una disposizione mentale e comportamentale dello stesso artista. Gli è infatti tipica una viva partecipazione agli eventi della vita quotidiana, della politica e della storia, che non verrà mai disgiunta dall’attrazione per il mondo dell’immaginazione, e quindi del mito, così carico di straordinarietà narrativa e di valenza metastorica. Tale propensione psicologica è quindi riscontrabile nella sua produzione artistica ricca di figure sempre in bilico tra mito e realtà a volte collocate in un passato primigenio ancora più lontano da quello ricercato in quegli anni da Carlo Carrà, oppure inserite nel contesto della loro esistenza quotidiana con una precisa caratterizzazione sociale.Tra i temi mitologici più spesso affrontati dalla pittura di Sassu, pressoché nell’intero arco del suo sviluppo, ci sono quelli dei dioscuri e degli argonauti, evidentemente allusivo, quest’ultimo, all’utopia del viaggio verso l’irraggiungibile.
 

 

     

Orfeo, 1932
olio su tavola, cm 49,5x40,5

Ninfee, 1938
olio su tela, cm 60x40

 

Atalia, 1940
olio su tela, cm 31,5x48

 

I cavalli di Apelle, 1956
olio su tela, cm 45x55

 

Il giudizio di Paride, 1961
olio su tela, cm 55x75
Il minotauro galante, 1978
olio su masonite, cm 22,8x29,5
Pasifae e il minotauro, 1981
olio su tela, cm 130x195
Il ratto d'Europa, 1984
olio su tela, cm 205x155
Aminta, 1996
olio su tela, cm 150x198

 

 

 

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