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« Ancora cavalli, cavalli innamorati per giunta. Questo Sassu è incorreggibile, persevera in un motivo che gli è consueto da tempo! Come quel Morandi delle bottiglie, quel Picasso dei cubi e delle facce doppie, quel De Chirico dei manichini, ecc. ecc. » qualcuno dirà.
Si, continuo a dipingere e a disegnare ancora cavalli, non frivoli perchè vengono dai recessi dell'anima, ogni volta che « un'idea mi viene alla mente » (così mi pare scrisse un certo Raffaello da Urbino) o arde una subitanea immagine di pura materia pittorica: un tramonto con nuvole che trascolorano da un rosa ad un carminio, su un celeste di Sèvres che annega nell'oltremare, che diventa inchiostro e blu di Prussia; oppure il polposo vermiglione che si confonde con la groppa bionda fremente del pulsare delle vene di un puledrino tutto inventato. Perché, sono forse veri i miei cavalli? E' un peccato che paiano cerbiatte dalle criniere ondulate ondeggianti nel fosco cielo rosso della memoria?
« Chi non ha fiducia negli animali non ne ha nemmeno negli uomini » dice un proverbio sardo. Così l'onda verde dei galoppanti cabaddus bildes memoria d'incursioni saracene nei pascoli bradi dell'antica lchnusia si è fatta pittura; pittura perchè io ho fiducia negli uomini e in una mitologia che va popolando il tempo di cavalli innamorati della poesia, della vita del cielo, dei mare, ma più di tutto della pittura, del colore verde che la mia memoria ritrova in paesi lontani, in spiagge di rocce antiche, nell'eco che rimormora il flauto di Pan dinanzi ad un'erma, a remote sequenze di dadi; un albero verde di mirto, un'elce, una quercia antica, sacro bosco di misteri, Amazzoni con criniere di seta, scalpitanti amanti di rossi Centauri.
Sì, cavalli ma prima di tutto pittura perchè il motivo è intrinseco al colore, alla linea curva, agile di movimento, dinamica, non immemore di Boccioni e di un'educazione coltivata.
La curiosità dell'occhio è la vita del pittore. Perchè il cavallo non dev'essere più valido del motivo di un quadrato nero su fondo bianco, oppure di un ramo de flores, o di una bottiglia? E' una colpa? Se è una colpa ne sono fiero. Come Liandru e Mesina aspettano al varco l'odiato nemico e si fanno giustizia da soli, così io aspetto al varco l'idea del cavallo e non me la lascio sfuggire. Anche se domani dipingerò una montagna, un episodio di guerra (la guerra quotidiana che mi perseguita sin dal 1914) un Cristo crocefisso, un nudo o delle macchie di colore.
Quella « certa idea della pittura » che è nata con me e che morirà con me! (Aligi Sassu, 1973)
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Cavallino rampante, 1927
china e matita su carta, cm 8,6x8,3 |
Il cavallo bianco, 1931
olio su tela, cm 33x48
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Cavalli neri, 1944
olio su tela, cm 61x94
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Cavalli bianchi e puledro, 1946
olio su tela, cm 51x71
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I cavalli del sole, 1948
olio su tela, cm 73x99 |
Cavalli verdi, 1950
olio su tela, cm 70x100 |
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Caballos incansables, 1964
olio su tela, cm 83x95 |
I cavalli d'Atlante, 1972
olio su tela, cm 100x150 |
I cavalli dell'ombra, 1986
olio su tela, cm 130,5x195,5 |
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